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08 mar 2014 - 30 nov -1

In che mani stanno i semi transgenici

Visti i trascorsi non proprio cristallini di certe multinazionali, non credo che si possa dar loro credito quando affermano che le sementi transgeniche che si sono messe a produrre e a commercializzare risolveranno il problema della fame del mondo, ridurranno l’impiego dei pesticidi e porteranno tanti altri strabilianti benefici.

Riflettevo su questo argomento qualche giorno fa — non che fosse la prima volta che mi succedeva — mentre il telegiornale annunciava che l’antitrust aveva comminato una multa plurimilionaria a due multinazionali, la Novartis e la Roche. Il motivo della sanzione è stato che queste aziende, d’accordo tra loro, stavano ingannando i poveri italiani affetti da una grave malattia agli occhi (la degenerazione maculare senile) e, ovviamente, il nostro Servizio Sanitario Nazionale. In pratica si erano messe d’accordo per favorire la vendita di un costosissimo farmaco, il Lucentis (commercializzato dalla Novartis), a scapito di un altro, l’Avastin (commercializzato dalla Roche), molto più economico, facendo apparire ad arte il primo più sicuro del secondo riguardo ai possibili effetti collaterali. È stato calcolato che, per i rimborsi effettuati per questo costosissimo farmaco, il nostro Sistema Sanitario Nazionale (quindi noi tutti, poveri e tartassati contribuenti!) abbia dovuto affrontare un costo aggiuntivo di oltre 45 milioni di euro nel solo 2012!

Non è la prima volta che la Novartis si trova coinvolta in scandali made in Italy. Voi tutti ricorderete che qualche anno fa il governo italiano guidato da Berlusconi acquistò da questa multinazionale una montagna di vaccini contro l’influenza A H1N1, perché esperti o presunti tali avevano preannunciato una pandemia. La pandemia non ci fu, i vaccini rimasero sul groppone di questa sprovveduta Italia e la multinazionale guadagnò anche allora a spese dei poveri contribuenti italiani. Per la precisione, il governo italiano pagò 184 milioni di euro, il che vuol dire che i quasi 40 milioni di contribuenti italiani regalarono alla Novartis circa 5 euro a testa.

Trasferiamoci sull’altra sponda dell’Atlantico. L’anno scorso la giustizia americana ha avviato un’azione legale contro la locale divisione di Novartis, accusandola di aver pagato tangenti e offerto sontuose cene a medici per incoraggiarli a prescrivere suoi farmaci contro l’ipertensione e altre malattie. E, per un reato simile che riguardava un farmaco antiepilettico, la stessa Novartis è stata già condannata dal governo americano a pagare una multa di 422 milioni di dollari.

E non è finita. Nella terra del sol levante sempre la Novartis aveva introdotto nel 2000 un farmaco autorizzato per il trattamento per abbassare la pressione e, successivamente, per i risultati riportati da studi svolti in Giappone, indicato anche per ridurre il rischio di ictus e di insufficienza cardiaca. Alcuni ricercatori nipponici hanno sconfessato questi studi dichiarandoli “manipolati”.

È ben noto che la Novartis, con la sua Syngenta, è una compagnia che insieme a Bayer, BASF, Dupont, Daw Chemicals Com. e Monsanto, sta invadendo il mondo con sementi transgeniche. Con questo curriculum risulta difficile crederle quando afferma che produce sementi transgeniche per il risolvere il problema della fame nel mondo.

Il curriculum della Monsanto, tra i colossi della produzione delle sementi transgeniche, non è da meno di quello della Novartis; ce lo documenta con dati ineccepibili il libro “Il mondo secondo Monsanto”. Per non tediarvi e rattristarvi, mi limito a citare l’affare dell’Agente Arancio, una sostanza assai tossica per il suo contenuto in diossina, che fu usata nella guerra del Vietnam per defogliare le foreste e stanare i vietcong. Nel 1987 la Monsanto e gli altri produttori dell’Agente Arancio furono condannati dalla giustizia americana a pagare 180 milioni di dollari ai veterani di quella maledetta guerra. La somma era destinata a risarcire i soldati per i gravi danni subìti per aver maneggiato questo defogliante senza usare particolari cautele perché tenuti all’oscuro della sua elevata tossicità per l’uomo.

C’è da chiedersi chi rimborserà il Vietnam, del Nord e del Sud, per i milioni di morti e invalidi, nonché per l’ecocidio (intere foreste distrutte) che l’Agente Arancio ha causato in quel paese.

Chiudo ricordandovi che la giustizia americana ha ritenuto ingannevole lo slogan con il quale la Monsanto faceva pubblicità ad un suo prodotto, il glifosato (si tratta del diserbante che gli agricoltori devono usare se coltivano le piante transgeniche, appunto glifosato-resistenti, che la stessa Monsanto produce). Lo slogan recitava: “il glifosato è biodegradabile, innocuo per l’ambiente, non tossico e inoffensivo”. Se vi imbattete in un giardiniere del vostro Comune che con mascherina e guanti sta spruzzando qualcosa lungo i bordi delle strade per distruggere le “malerbe” che vi crescono, è molto probabile che si tratti di glifosato.

Con diserbanti e altri pesticidi velenosi le multinazionali stanno combattendo impunemente una guerra silenziosa che può colpire le persone, soprattutto gli agricoltori, contaminare l’ambiente e attentare alla biodiversità. Ricordo, a riguardo, che l’atrazina, un diserbante usato a piene mani per decenni, fu proibito negli anni ’90 perché si scoprì che era un “disturbatore endocrino” e fu sospettato di essere cancerogeno. Noi ancora oggi ingeriamo atrazina perché persiste nelle falde acquifere. Sapete chi è stato a metterla in circolazione come diserbante? La Ciba-Geigy, diventata poi Novartis! Sull’atrazina trovate qualche altra informazione nel mio articolo “Dalla bellezza delle piante alla bontà di cibo” che trovate su Valore alimentare (www.valorealimentare.it).

Cartesio, filosofo e matematico insigne, da razionale qual’era sentenziò: “è prudente non fidarsi mai di quelli che ci hanno ingannato anche una sola volta”. Come la mettiamo con queste multinazionali degli OGM che sembrano avere addirittura il vizio di ingannare?

 

 



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